L’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e la Corea del Sud, entrato in vigore nel luglio 2011, ha favorito un’espansione progressiva delle esportazioni negli ultimi anni: in riferimento al nostro Paese l’export italiano in Corea del sud è cresciuto addirittura del 62,8%.
Dietro all’enorme espansione dei settori agroalimentare ed abbigliamento si stanno affermando anche i prodotti delle nostre industrie manifatturiere, che sul fronte chemicals devono però fare i conti con le disposizioni imposte dal K-REACH, l’analogo del REACH europeo, il cui emendamento è entrato in vigore il 1° Gennaio 2019.
Tale normativa impone infatti alle aziende che importano o producono almeno una tonnellata/anno di una sostanza chimica esistente oppure almeno 100 kg/anno di una sostanza chimica non esistente di registrare la sostanza stessa.
Vediamo uno schema riassuntivo delle principali disposizioni - rif. Article 10(1) and (2) of the Act:
La scadenza più stringente, nel caso di sostanze chimiche già esistenti negli Inventari coreani, è dunque quella della pre-registrazione al prossimo 30 giugno.
Analogamente a quanto previsto dalla normativa europea l’Only Representative può espletare gli obblighi previsti dal K-REACH in nome e per conto del Fabbricante.
Il Ministero dell’Ambiente coreano ha definito:
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